Diagnostica nel 2006,impianto nel 2009. La mia malattia è cardiomiopatia ipertrofica del setto…
Dalla scoperta della malattia non c’è mai stato nulla di scontato: l’idea della morte improvvisa non ti lascia tregua. Tutto diventa così imprevedibile, mutevole, assurdamente precario. Tutto può diventare buio tra tre.. due… uno.. E questo terrore ti porta verso due strade: l’angosciante caduta in un burrone di panico, o il salto di questo burrone, la rinascita continua. La consapevolezza della fine ti porta a voler divorare tutto. Vuoi sentire forte e chiaro ogni attimo della tua vita, non puoi lasciare che niente vada sprecato. Senti di non avere tempo, di non poterti permettere di buttare neppure un secondo, e allora prendi, prendi prendi.. Ma tutto questo diventa un’enorme responsabilità, un peso sempre più grande da portare, un colossale carico di aspettative e pretese verso te stessa. E’ questo il nodo cruciale, per me, ora. Amare, in quel modo pieno e consapevole, ogni fottuto momento per quello che è. E cercare, senza però trovarlo, il senso che ha per me quell’attimo. Solo così ho scoperto che posso apprezzare davvero tutto e sentire le cose per quello che sono, senza più paura.
